«Simposio», la parola del giorno di Delia De Gennaro a Caffellatte di Telesveva

di Delia De Gennaro di 4AL Indirizzo Liceo Linguistico

Nell’ambito della collaborazione mattutina del Liceo “Leonardo da Vinci” di Bisceglie con la trasmissione Caffellatte di Telesveva, in diretta la mattina alle 7.45 sul sito e sulla pagina Facebook (clicca qui), vi presento la parola Simposio.

La parola “simposio” indica originariamente una riunione che seguiva un banchetto, in cui non si limitava a mangiare o bere, ma si cantava, si danzava, si giocava e, soprattutto, si discuteva.

Immaginate di trovarvi nell’Antica Grecia: la giornata è trascorsa tra mercati e discussioni pubbliche, e ora il banchetto è terminato. Il simposio comincia, e con esso prende vita un mondo sospeso tra piacere, socialità e cultura. Il termine deriva dal greco sympósion, da pósis (“bevuta”) e sýn (“insieme”), e già questa radice ci parla di un rito collettivo: si beve insieme, ma si condivide anche pensiero e riflessione.

L’incontro si svolge in una stanza decorata, con divani disposti lungo le pareti, su cui gli ospiti si sdraiano comodamente. Al centro, il simposiarca controlla la quantità di vino da annacquare e ne distribuisce le porzioni, regolando così il ritmo della serata. La conversazione fluisce tra risate, racconti di viaggio, poesie recitate ad alta voce e giochi intellettuali. Non è raro che la discussione tocchi temi profondi: filosofia, politica, morale, arte. Alcuni partecipanti si esprimono con eloquenza, altri ascoltano attentamente, sorseggiando lentamente il vino. L’insieme crea un’atmosfera unica, in cui il divertimento e la riflessione si mescolano senza soluzione di continuità.

Il Simposio di Platone è l’esempio più celebre: in esso, Socrate, Aristofane e altri discutono sull’amore, sulle relazioni tra uomini e donne, sull’ideale di bellezza e virtù. Ma la scena non è mai troppo formale: un ospite può entrare ubriaco, interrompere con un gesto improvviso o provocare una risata collettiva. Questa combinazione di leggerezza e profondità, di casualità e disciplina, definisce l’essenza del simposio: un luogo dove il sapere si intreccia al piacere, dove l’inatteso può diventare parte della conoscenza.
Con il passare dei secoli, il significato del termine si evolve.

Nel mondo moderno, il simposio è spesso un incontro accademico o un convegno, in cui esperti si riuniscono per discutere un argomento specifico. Non ci sono vino né danze, ma la radice dell’antico rito resta evidente: si tratta di scambio di idee, confronto e crescita collettiva. La selezione dei partecipanti, l’attenzione alla qualità della discussione e l’obiettivo di condividere conoscenze richiamano chiaramente la tradizione antica.

Pensare al simposio significa quindi attraversare secoli di storia e cultura. È un ponte tra convivialità e riflessione, tra socialità e apprendimento. Dall’Antica Grecia ai convegni moderni, il simposio mostra come la cultura possa essere trasmessa attraverso la partecipazione diretta, il dialogo e la compagnia. È l’esempio perfetto di come l’uomo, in ogni epoca, abbia cercato di unire piacere e sapere, divertimento e crescita intellettuale.

In conclusione, il simposio resta un simbolo di ciò che gli incontri umani possono essere quando sono guidati da curiosità, rispetto e passione per la conoscenza. È un momento di arricchimento reciproco, dove il piacere della compagnia si fonde con la ricerca della verità, e dove ogni partecipante diventa parte di una tradizione millenaria che celebra l’incontro tra persone, idee e cultura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *